Friday, December 19, 2008

La morale della medicina

Sul caso Englaro, sono andati in scena in ruoli più o meno seri ministri di repubblica e di culto, medici e avvocati. Si tratta di un emblematico caso di dilemma morale: è giusto o sbagliato che il padre voglia far sospendere l'alimentazione alla figlia? La Chiesa insiste che è sbagliato. La Chiesa parla da un punto di vista di realismo morale. Il valore morale è assoluto, a priori. Quindi le ragioni e il punto di vista del padre, che pure si possono capire, non vanno presi in considerazione.

C'è invece chi sostiene che il realismo morale sia infondato e irrazionale. Se ci fosse un valore reale che determina i giudizi morali, infatti, questo valore sarebbe in qualche modo percepibile o inferibile, ma così non è. Il valore morale è infatti inafferrabile dai cinque sensi. Non è nemmeno inferibile, perché il piano descrittivo e il prescrittivo sono incommensurabili. I valori "vero" e "falso" non sono commensurabili ai valori "giusto" e "sbagliato". Per chi non crede nel realismo morale, il valore morale è relativo, determinato dalla persona o comunità che giudica.

Come finirà? Riuscirà la Chiesa, che almeno in questo caso sembra rappresentare l'opinione di una minoranza in Italia, a imporre il suo realismo morale e impedire l'interruzione dell'alimentazione? Oppure prevarrà lo Stato laico con il suo relativismo?

Le posizioni teoriche di Chiesa e magistratura appaiono nitide in questo caso. Quale sistema morale adottano i medici? Esiste una morale della medicina che possa guidarli in simili frangenti? Se sì, è giusto che un medico anteponga la sua fede religiosa alla sua deontologia?

Thursday, December 18, 2008

Don Piemonte

Don Piemonte (o forse don Piero Monte, o don Piero Piemonte) era pelato, energico e brillante. Lo trovai prima a catechismo in parrocchia, poi a lezione di religione alle medie. La sua lezione consisteva nel raccontare le sue avventure in India. Il Bengala, il Sikkim, i braccianti indiani a faticare nell'acqua tra cobra e tigri, il treno sull'Himalaya con binario e scambio a uscire e rientrare dal tornante. Più avventure che miracoli, che a quell'età cominciano a essere indigesti. Catalizzava l'attenzione, un indubbio merito per un insegnante di religione. Un prete che ha lasciato un buon ricordo. L'India misteriosa di Salgari con lui acquisì tratti più reali. Poi vennero yoga, Ginsberg, Kerouac, Hippies e Yippies, a rendere mitici quei tratti.

Monday, December 8, 2008

PIzza effect

Il fenomeno di un proprio prodotto esportato, rielaborato altrove, reimportato nella forma rielaborata e infine rivendicato come proprio nella forma rielaborata è detto volgarmente "pizza effect". Secondo questa etichetta, pare coniata da (Swami) (Dr.) Agehananda Bharati, late Professor of Anthropology, Syracuse University, la pizza nasce in Italia come cibo dei poveri (focaccia con olio, sale ed erbe), arriva in America, viene arricchita di pomodoro e mozzarella, ritorna in Italia e diventa la pizza che oggi conosciamo. L'applicazione metaforica a situazioni postcolonialiste è simpatica ed efficace, ma mi viene il dubbio se per quanto riguarda la pizza sia andata proprio così.

Friday, December 5, 2008

अनुवादः

अत्र लिखितुं इच्छामि अपि तु व्यवस्था उचिता नास्ति
अन्यसंशोदनयन्त्रेण अपि सम्यग्दर्फ़्शनं भवतु वा न वा इति न जनामि |

Diasistemi

Parlavo con Cristina di diasistemi e Cesare Segre. Dopo qualche ricerca, ho capito quanto segue. Ogni testo è un sistema a se, perché il copista, e anche l'editore dell'edizione critica, impone il sistema in cui è immerso sul testo. Il diasistema è il sistema che è l'insieme dei singoli sistemi. Ogni sistema ha una sua legittimità e diventa improprio parlare di errori di trasmissione.

In relazione a questo, pensavo a come sarebbe interessante avere un'edizione critica digitale (in rete o su supporto digitale) in cui sia possibile dare la possibilità all'utente/lettore di scegliere la visualizzazione del teste secondo ogni sistema, facendo in modo che l'apparato critico e il testo restituito si adattino automaticamente. Non so che software e che tipo di mole di lavoro ci voglia, ma trovo l'idea affascinante. Certo sarebbe un modo di andare oltre i limiti della carta, in cui bisogna scegliere che testo restituire.