La morale della medicina
Sul caso Englaro, sono andati in scena in ruoli più o meno seri ministri di repubblica e di culto, medici e avvocati. Si tratta di un emblematico caso di dilemma morale: è giusto o sbagliato che il padre voglia far sospendere l'alimentazione alla figlia? La Chiesa insiste che è sbagliato. La Chiesa parla da un punto di vista di realismo morale. Il valore morale è assoluto, a priori. Quindi le ragioni e il punto di vista del padre, che pure si possono capire, non vanno presi in considerazione.
C'è invece chi sostiene che il realismo morale sia infondato e irrazionale. Se ci fosse un valore reale che determina i giudizi morali, infatti, questo valore sarebbe in qualche modo percepibile o inferibile, ma così non è. Il valore morale è infatti inafferrabile dai cinque sensi. Non è nemmeno inferibile, perché il piano descrittivo e il prescrittivo sono incommensurabili. I valori "vero" e "falso" non sono commensurabili ai valori "giusto" e "sbagliato". Per chi non crede nel realismo morale, il valore morale è relativo, determinato dalla persona o comunità che giudica.
Come finirà? Riuscirà la Chiesa, che almeno in questo caso sembra rappresentare l'opinione di una minoranza in Italia, a imporre il suo realismo morale e impedire l'interruzione dell'alimentazione? Oppure prevarrà lo Stato laico con il suo relativismo?
Le posizioni teoriche di Chiesa e magistratura appaiono nitide in questo caso. Quale sistema morale adottano i medici? Esiste una morale della medicina che possa guidarli in simili frangenti? Se sì, è giusto che un medico anteponga la sua fede religiosa alla sua deontologia?
C'è invece chi sostiene che il realismo morale sia infondato e irrazionale. Se ci fosse un valore reale che determina i giudizi morali, infatti, questo valore sarebbe in qualche modo percepibile o inferibile, ma così non è. Il valore morale è infatti inafferrabile dai cinque sensi. Non è nemmeno inferibile, perché il piano descrittivo e il prescrittivo sono incommensurabili. I valori "vero" e "falso" non sono commensurabili ai valori "giusto" e "sbagliato". Per chi non crede nel realismo morale, il valore morale è relativo, determinato dalla persona o comunità che giudica.
Come finirà? Riuscirà la Chiesa, che almeno in questo caso sembra rappresentare l'opinione di una minoranza in Italia, a imporre il suo realismo morale e impedire l'interruzione dell'alimentazione? Oppure prevarrà lo Stato laico con il suo relativismo?
Le posizioni teoriche di Chiesa e magistratura appaiono nitide in questo caso. Quale sistema morale adottano i medici? Esiste una morale della medicina che possa guidarli in simili frangenti? Se sì, è giusto che un medico anteponga la sua fede religiosa alla sua deontologia?